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PRESIDENZA

Care Amiche e Cari Amici,

lo scorso 5 maggio, di fronte ad un numeroso parterre, Assimpredil ha avviato la propria attività divulgativa sul nuovo Codice dei contratti pubblici, che acquisterà piena efficacia dal 1° luglio prossimo.

Ne abbiamo discusso insieme ad illustri relatori, a partire dal Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, Michele Corradino, il quale ha attivamente preso parte ai lavori di stesura del Codice e che ha evidenziato la portata innovativa del nuovo testo di legge, la cui stella polare è rappresentata dai principi della fiducia e del risultato, destinati a orientare la discrezionalità di coloro che sono chiamati ad applicare il Codice dei contratti.

La Professoressa Sara Valaguzza, dell’Università degli Studi di Milano, ha espresso il fondamentale punto di vista delle PMI e della filiera, alle quali il Legislatore ha dedicato particolare attenzione, anche attraverso il criterio di prossimità. Il nuovo Codice, infatti, prevede la possibilità per le Stazioni appaltanti di premiare proprio le piccole e medie imprese, che costituiscono la colonna portante dell’industria delle costruzioni. La Professoressa ha poi ricordato che il riconoscimento di tale ruolo è già stato valorizzato nell’ambito del Protocollo d’Intesa del settembre 2022 sottoscritto da Assimpredil e dal Comune di Milano per l’accesso delle PMI alle procedure di affidamento di lavori pubblici.

Uno degli aspetti maggiormente innovativi è rappresentato, poi, dalla riorganizzazione della disciplina degli illeciti professionali, sui quali è intervenuto il Professor Francesco Goisis, sempre dell’Università degli Studi di Milano. Sicuramente, pur mettendo in evidenza alcuni aspetti di miglioramento, il Professore ha evidenziato come si sia compiuto un passo avanti nell’attuazione del principio costituzionale di non colpevolezza, come richiesto dall’ANCE.

Dario Simeoli, Consigliere di Stato, ha portato una testimonianza particolarmente stimolante e ricca di spunti operativi in tema di partenariato pubblico privato: un istituto profondamente rivisitato dal Legislatore e con grande potenziale sia per operatori che per le Pubbliche Amministrazioni.

Personalmente, ho voluto condividere le mie prime impressioni su questo nuovo strumento normativo, che si caratterizza per un approccio operativo volto tanto alla Pubblica Amministrazione quanto alle imprese. L’idea sottesa pare essere quella di una collaborazione sana e virtuosa, che possa mettere a frutto la capacità realizzativa, imprenditoriale, in un contesto competitivo snello: perché le esigenze di un Paese che ha vissuto un profondo momento di crisi e del suo tessuto imprenditoriale sono quelle di liberarsi dalle pesanti maglie burocratiche e di “fare”.

Il settore dell’edilizia è chiamato ancora una volta a rispondere a una sfida enorme: la gestione di nuove regole del gioco in tema di appalti pubblici. Una sfida che non deve essere vissuta come una minaccia, ma come una nuova opportunità di lavoro e di crescita nel mercato. Un mercato, nel quale, il settore che rappresento, non dimentichiamolo, riveste a livello economico un ruolo centrale.

Dai dati dell’Osservatorio congiunturale delle costruzioni di ANCE emerge che un terzo della crescita del PIL è attribuibile all’edilizia. La lunga filiera delle costruzioni incrocia l'80 % di tutti i settori e attiva rapidamente il Pil del Paese. Le costruzioni pesano circa il 20 % del Pil Italiano, le imprese edili sono quasi il 12 % dell'intero sistema produttivo dell'industria e dei servizi.  E’ dunque un dato di fatto che il nostro comparto rappresenti uno fra i principali motori di crescita dell’economia italiana. Questo anche negli ultimi due anni: il settore delle costruzioni ha confermato il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021, nonostante la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia.

Sotto il profilo puramente normativo e strutturale, non si tratta di una rivoluzione “copernicana”, ma nella sua essenza il Codice presenta grandi novità.

Ci troviamo per la prima volta di fronte ad un Codice che comincia enunciando dei principi, come fossero “regole del gioco”, semplici ma altrettanto dense di significato. Si parte dal “principio al risultato”, che dà l’imprinting all’intero corpus normativo: stazioni appaltanti, enti e operatori sono chiamati ad una presa di consapevolezza rispetto al ruolo fondamentale da essi svolto nel contesto economico del nostro Paese, che è primariamente quello di “perseguire il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza”. Ecco che un altro pilastro su cui si fonda il nuovo scenario normativo non può che essere la fiducia, espressa attraverso l’omonimo principio che ha il proprio postulato nell’azione dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici richiamati (e così responsabilizzati) ad un’“azione legittima, trasparente e corretta”.

Letto in questa prospettiva, questo Codice diviene una preziosa risorsa nelle mani degli operatori: scegliamo di essere ottimisti e di valorizzare questo nuovo strumento che, fra l’altro, è il frutto anche di un’intensa azione associativa.

Non possiamo e dobbiamo lasciarci sfuggire questa grande occasione per la crescita del nostro Paese, soprattutto per costruire un futuro sostenibile, al passo con i mercati internazionali.

Senz’altro, vi sono degli aspetti da attenzionare. Primo fra tutti, la messa a regime del sistema snello introdotto con i vari decreti “Semplificazioni” sulle procedure di affidamento, mi riferisco all’innalzamento della soglia fino a 5 milioni di euro per la procedura negoziata.

Il mercato pubblico necessitava senza dubbio che le maglie burocratiche venissero sciolte, per consentire la messa a gara delle opere in tempi congrui con le esigenze della domanda, ma questo non può e non deve andare a discapito dell’offerta. Come Associazione ci adopereremo al massimo per ottenere la piena attuazione della trasparenza e della sana concorrenza nella scelta degli operatori e affinché le stazioni appaltanti assicurino la pubblicità dei criteri di selezione e degli affidamenti.

Il Codice, fra i principi, enuncia anche quelli di accesso al mercato, buona fede e tutela dell’affidamento: dobbiamo tutti, operatori e Pubblica Amministrazione profondere il massimo impegno affinché i principi non restino solo sulla carta, ma siano la chiave di volta per la crescita del mercato dei lavori pubblici.

In quest’ottica, una competizione sana ed equilibrata, non può prescindere dall’individuazione di prezzi congrui e remunerativi, che consentano alle imprese di operare con dignità, senza supportare, come è avvenuto in passato, sulle proprie spalle il peso di una crescita economica che stenta a decollare.

Facciamo presente che il nuovo Codice – all'art. 60 - prevede l'obbligo delle stazioni appaltanti di inserire, nei documenti di gara, clausole di revisione dei prezzi da attivarsi al ricorrere di " particolari condizioni di natura oggettiva" che determinino una variazione dell'importo complessivo del costo dell'opera, della fornitura o del servizio "in relazione alle prestazioni da eseguire in maniera prevalente".

Auspichiamo che il principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale divenga un istituto operativo, volto a salvaguardare gli interessi di entrambe le parti coinvolte nella partita pubblica, in linea con quanto ha recentemente sostenuto il Consiglio di Stato, che ha ribadito che la finalità dell’istituto della revisione dei prezzi è, da un lato, quella di salvaguardare l’interesse pubblico a che le prestazioni di beni e servizi alle Pubbliche Amministrazioni non siano esposte col tempo al rischio di una diminuzione qualitativa, a causa dell’eccessiva onerosità sopravvenuta delle prestazioni stesse, e della conseguente incapacità del fornitore di farvi compiutamente fronte, dall’altro, di evitare che il corrispettivo del contratto di durata subisca aumenti incontrollati nel corso del tempo tali da sconvolgere il quadro finanziario sulla cui base è avvenuta la stipulazione del contratto.

Per chi lavora nel settore degli appalti pubblici, dunque, l’anno in corso riserva una stimolante sfida: quella di “guardare avanti” grazie alle opportunità sottese al nuovo corpus normativo e noi, come Associazione, non mancheremo di fare la nostra parte.

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