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APPALTI

Nuovo Codice degli appalti pubblici: uno sguardo verso il futuro

Per chi lavora nel settore degli appalti pubblici, l’anno in corso riserva la sfida di un nuovo corpus normativo.

Il nuovo Codice dei contratti pubblici è fresco di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma imprese e tecnici del settore hanno ancora qualche mese di tempo – la piena efficacia si avrà dal 1° luglio – per prendere dimestichezza con la nuova normativa.

Non si tratta di una rivoluzione, ma si ha l’evidente sensazione della volontà di confermare un percorso di cambiamento, già intrapreso con la precedente, tribolata, normazione del Codice 50 del 2016, e accelerato con la normativa emergenziale (Decreto Semplificazioni).

In generale, si respira un’aria di fiducia. Probabilmente sta proprio qui la vera novità: nell’approccio operativo volto tanto alla Pubblica Amministrazione quanto alle imprese. L’idea sottesa pare essere quella di una collaborazione sana e virtuosa, che possa mettere a frutto la capacità realizzativa, imprenditoriale, in un contesto competitivo snello: perché le esigenze di un Paese che ha vissuto un profondo momento di crisi e del suo tessuto imprenditoriale sono quelle di liberarsi dalle pesanti maglie burocratiche e di “fare”.

Del resto, l’approccio volto al preminente obiettivo di proteggere il mercato pubblico da fenomeni corruttivi, partendo anche dal presupposto di un sistema permeato da logiche distorsive, non si è dimostrato efficace né sul fronte del contrasto a tali fenomeni né tanto meno su quello del risultato.

Ci troviamo per la prima volta di fronte ad un Codice che comincia enunciando dei principi, come fossero “regole del gioco”, semplici ma altrettanto dense di significato.

Si parte dal “principio al risultato”, che dà l’imprinting all’intero corpus normativo: stazioni appaltanti, enti e operatori sono chiamati ad una presa di consapevolezza rispetto al ruolo fondamentale da essi svolto nel contesto economico del nostro Paese, che è primariamente quello di “perseguire il risultato dell’affidamento del contratto e della sua esecuzione con la massima tempestività e il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza”.

Ecco che un altro pilastro su cui si fonda il nuovo scenario normativo non può che essere la fiducia, espressa attraverso l’omonimo principio che ha il proprio postulato nell’azione dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici richiamati (e così responsabilizzati) ad un’“azione legittima, trasparente e corretta”.

Chiude senza dubbio il cerchio il ruolo essenziale svolto dalla digitalizzatone e dalla qualificazione delle stazioni appaltanti.

Il nuovo Codice apre quindi una sfida, segna un punto di svolta nell’approccio al mercato pubblico, nell’interesse comune, ove tutti siamo chiamati a fare la nostra parte.



Sara Acerbi – Assimpredil Ance



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