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PROTAGONISTI

INTERVISTA A SONIA CALZONI, PROMOTRICE DEL PREMIO ESSERE AVANTI

Il Premio è ispirato a Claudio De Albertis: quali tratti di questa importante figura di imprenditore caratterizzano l’iniziativa dell’Associazione, giunta ormai alla sua quarta edizione?
Futuro, innovazione, partecipazione, etica, dialogo, pensiero critico, immaginazione: queste sono le parole chiave che, nel loro significato più ampio, hanno caratterizzato la figura e l’operato di Claudio De Albertis. Credo, e ancora oggi molti non perdono occasione per testimoniarlo, che questi suoi convincimenti fossero evidenti e coinvolgenti fin dal primo incontro.
Oggi, l’Associazione, nel proporre una quarta edizione del Premio riconosce l’incisività e l’entusiasmo che Claudio De Albertis poneva in ogni attività intrapresa. In questi anni di profondi e improvvisi cambiamenti, a volte caratterizzati da timore e incertezza sul futuro, la sua figura di uomo e imprenditore è importante come testimonianza della capacità di non sottrarsi al cambiamento ma piuttosto di provare a comprenderlo e semmai ad anticiparlo. Questa eredità è quanto di più prezioso ci ha lasciato; un dono riconosciuto, nonostante in questi anni, alcuni di noi, abbiamo sentito con forza l’esigenza di un confronto per conoscere quello che sarebbe stato il suo importante punto di vista.
 
Impresa di costruzione e innovazione: un binomio realizzabile?
È un binomio indispensabile non solo per il grande interesse e i molteplici interrogativi che stanno alla base delle ricerche nel campo dell’innovazione ma proprio perché riguarda il nostro futuro e l’evoluzione positiva del nostro stare su questa terra.
Il mondo delle costruzioni con la sua millenaria esperienza si è evoluto da sempre nell’incontro con le nuove tecnologie innovative così come dalla nascita di particolari richieste; possiede nel suo “sapere” la coesistenza di tradizione, che viene tramandata attraverso l’esperienza, e di innovazione legata alla ricerca e in risposta a nuove domande ed esigenze.  Nell’attuale contesto, dove ogni processo è in fortissima accelerazione, diviene indispensabile chiarire le circostanze in cui tutto ciò si realizza e cercare di percepire con lucidità la natura delle necessità di cambiamento.
Negli ultimi anni molti avvenimenti hanno indotto a un nuovo sguardo, a un repentino cambiamento di prospettive che ora molti stanno percependo come reale opportunità di trasformazione anche nel settore edile. Non credo sia un percorso semplice, ma un’attività propriamente euristica fatta di individuazione di una strategia, scelta di una tecnica e di un procedimento inventivo. Occorre anche un continuo confronto su questi temi e per questo l’auspicio è che il Premio Essere Avanti contribuisca ad alimentare il dibattito attraverso una raccolta di casi, sperimentazioni, realizzazioni in numero sempre più ampio.
 
Dal punto di vista dell’architetto progettista quali criteri valutativi ritiene pertinenti per meglio selezionare i progetti candidati al Premio?
È evidente che oggi i temi di grande rilevanza sono quelli legati alla tecnologia, all’ecologia e sostenibilità, all’uso del territorio e dei materiali e alla convivenza; tutti questi argomenti sono importanti nelle valutazioni e sono stati alla base delle precedenti giurie.
Da architetta, con uno studio presente sul territorio da molti anni e dedita alla riflessione sulla materia architettonica sia all’Istituto Nazionale di Architettura che al Politecnico, aggiungerei che il destino dell’Architettura debba mantenere una sua indipendenza, una sua autonomia disciplinare per non essere eccessivamente ancorato a fatti che spesso appaiono come frutto di mode temporanee. Non lasciarsi ingannare da fenomeni transitori, demagogici, eccessivamente superficiali mi sembra un primo valido criterio di giudizio.
Per affrontare un progetto di architettura e giungere fino alla sua realizzazione occorrono oggi molteplici competenze, diversi saperi che devono trovare il giusto modo di dialogare e di equilibrarsi con l’unico obiettivo di raggiungere il risultato prefissato. È un percorso che può essere ricco e interessante ma anche molto complesso; per questo le proposte dove traspare questo impegno dovrebbero essere valutate positivamente e con interesse. È dalla contaminazione tra i diversi saperi che possono nascere le proposte più interessanti.
Riflettendo, infine, sugli edifici, sulla loro consistenza materica, sulle scelte costruttive e architettoniche non si deve dimenticare il tema della loro durata che riguarda sia la conservazione nel tempo – la loro “ratio firmitas” vitruviana, sia la possibilità di essere facilmente convertiti e di adattarsi a future esigenze secondo quel principio di resilienza tanto caro ai nostri tempi.
 

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