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L'ALLARME ANCE



"La situazione è veramente difficile. Veniamo da dodici anni di sofferenze e finalmente vedevamo la luce in fondo al tunnel, anche grazie agli investimenti che il Governo aveva messo in atto, ma purtroppo quest'altra terrificante crisi, oltre alla pandemia, sta mettendo nuovamente in forte difficoltà il settore delle costruzioni". Sono queste le parole che aprono il discorso di Gabriele Buia, Presidente di ANCE, con le quali ribadisce l'urgenza di fare sistema con le imprese di tutta la filiera e le istituzioni, al fine di trovare le soluzioni migliori per far fronte a questa crisi.

Il primo argomento toccato da Buia nel suo discorso riguarda il PNRR, e la necessità di salvaguardare le risorse messe in campo in tal senso dal Governo e delle quali, dice Buia, "108 dei 220 miliardi sono passati e passano attraverso il mondo delle costruzioni".

Il secondo punto sui cui ci tiene a ribadirne l'importanza il Presidente di ANCE sono gli aumenti generalizzati dei prezzi, e la necessità di adeguare i contratti di appalto, nonché la loro scadenza. "Immaginate intervenire su un'opera infrastrutturale" prosegue Buia, "relativa ad una offerta fatta nel 2017 con i prezzi a questi livelli".

"Le imprese vanno messe nelle condizioni di produrre, e per fare ciò vanno ridisegnati i quadri economici" sostiene Buia, che prosegue "va adeguata la nozione di forza maggiore, perché essa ci apre a condizioni completamente diverse che vanno nuovamente discusse, e questo porta all'allungamento dei tempi, che comporta la non produzione e di conseguenza non c'è creazione di ricchezza".

C'è bisogno che l'Italia si uniformi agli altri Paesi - sostiene Buia - prevedendo una misura di compensazione e metodologie di revisione dei prezzi dinamica, che tenga conto delle variazioni continue del mercato.

"È meglio far partire e realizzare meno opere, anziché bloccarle tutte, proponendo una riprogrammazione utile ad un'efficiente valorizzazione delle risorse del PNRR", precisa il Presidente Buia.

Infine c'è la tematica degli incentivi di efficientamento energetico, sui quali Buia, evidenzia come "sia stato fatto un grande sforzo comune, e hanno rappresentato un elemento di traino per la ripresa del Paese", ma prosegue ricordando al Governo che è indispensabile, al fine di poter utilizzare questi strumenti in un modo sano, regolamentare a monte, e qualificando le imprese, scongiurando così "le frodi a cui abbiamo dovuto assistere".

A questo proposito, tuttavia, è di queste ore la notizia della decisione di eliminare dal testo del decreto energia pubblicato in Gazzetta Ufficiale la norma che conferiva la proroga o la sospensione dei lavori da parte delle imprese per i rincari delle materie prime, attraverso la nozione di forza maggiore.

"Inconcepibile il dietrofront del Governo" sostiene Buia, che prosegue "quella norma, che peraltro concedeva solo una tregua senza individuare una soluzione duratura, era l'unico strumento a disposizione delle imprese per non abbandonare del tutto i cantieri, vista l'impossibilità di proseguire i lavori con i costi attuali e la scarsità di materiali".

Una decisione a dir poco paradossale per il mondo delle costruzioni, che rischia "di buttare a mare il PNRR".

Posizioni molto vicine a quelle del Presidente Buia, sono quelle di Tiziano Pavoni, Presidente Ance Lombardia, secondo il quale "non ci sono scuse" per vestire questo confronto come "le solite lamentele dei costruttori, come spesso viene riferito". Il caro energia, spiega, "ha messo in ginocchio non solo il settore edilizio ma anche quello industriale". Vero però è che "l'edilizia sta soffrendo più di tutti, e molte aziende hanno già chiuso". Pavoni incalza: "Non è corretto che le imprese debbano assumere di nuovo questo costo. Veniamo da dodici anni di crisi, in cui abbiamo dato fondo ai patrimoni delle nostre aziende per rimanere in piedi. Darci la responsabilità di proseguire i lavori anche in queste condizioni penso che non sia onesto per un paese civile" accusa. Una rapida verifica sul territorio parla di "almeno 40 bandi deserti in una sola categoria in un paio di mesi". Numeri importanti. "Dobbiamo trovare il modo di superare questo momento per non fermare le imprese che l'anno scorso hanno fatto fare 'bella figura' a tutto il sistema paese". Dopo una crescita esponenziale importante, "adesso stiamo cadendo nel baratro" e se "velocemente non poniamo aggiustamenti, andremo sicuramente tutti in difficoltà".

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