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Sfide e opportunità del settore, parlano le imprenditrici

Quali sfide e opportunità attendono il mercato? Lo abbiamo chiesto a quattro donne, imprenditrici, impegnate nel settore delle costruzioni con prospettive chiare.

Laureata in architettura, Cecilia Hugony ha lavorato per quindici anni all'estero. Nel 2014 diventa amministratore delegato di Teicos, l'impresa di famiglia, e qui arriva l'intuizione di puntare sulla riqualificazione energetica. Una scommessa vinta. Dopo tanti anni fuori, il rientro in Italia "è stato uno shock" racconta. Impossibile non notare "le difficoltà di un settore in cui le norme cambiano ogni due mesi. Avere un orizzonte di stabilità normativa, per programmare investimenti e progetti, sarebbe di grande aiuto per liberare il potenziale che ci porta ad essere coraggiosi e innovativi". Sulle pari opportunità, "siamo all'età della pietra e questo ci porta a perdere tanti talenti perché non li guardiamo neanche". Per quanto riguarda i giovani, "forse dovremmo essere noi imprenditori un po' più coraggiosi e sperimentare percorsi di apprendimento". Tuttavia, in Italia "paghiamo una dimensione media delle imprese troppo piccola, per cui questi percorsi diventano faticosi e onerosi". Il futuro è green e non si trona indietro? Non ha dubbi Hugony: "Nel nostro settore è così. La decarbonizzazione degli edifici al 2050 è un'opportunità incredibile. La sfida è far sì che funzionino senza energia fossile ma renderli addirittura attivi, cioè capaci di produrre surplus di energia pulita, per compensare quelli su cui non possiamo intervenire". Per farlo, "abbiamo bisogno di maestranze, materiali e soluzioni tecnologiche che permettano di ridurre i tempi di riqualificazione che ora sono lunghissimi". La pandemia? "Ci ha insegnato che abbiamo bisogno di strutture estremamente flessibili, che possano adattarsi senza perdere troppo in produttività di fronte a situazioni imprevedibili".

Secondo Silvia Ricci, Consigliere Delegato dell'impresa di costruzioni Ricci e Presidente del Gruppo Giovani di Assimpredil Ance, dopo il Covid-19, fondamentale sarà la digitalizzazione: "determinante" per ripensare l'approccio al lavoro, snellire i processi, ridurre il rischio di errori, nonché per minimizzare l'uso della carta. La sostenibilità, infatti, è il grande Nord verso cui dirigere la bussola: "Ci crediamo fermamente. L'edilizia ha un ruolo importantissimo nella transizione ecologica ed energetica. è il settore su cui puntare". Laureata in economia, Ricci entra in azienda a 24 anni e parte dal cantiere, senza passare dagli uffici, con la voglia di comprendere il mondo delle costruzioni. "Un inizio complicato" che poi si tramuta in passione, la stessa che ora vuole trasmettere ai giovani, che incontra negli istituti tecnici: "è importante reperire nelle nuove generazioni il futuro del lavoro e dell'imprenditoria e comunicare il valore di ciò che facciamo".

La crisi pandemica che ci ha investito "non sarà né la prima né l'ultima". Lo dice Attilia Albanese, Project manager in Prime Company. Ora "bisogna ripensare la vita dopo Covid e riconsiderare la città, in chiave inevitabilmente green, ma anche in ottica di turismo. Dopo Expo - spiega - Milano si è popolata ancora di più. Siamo internazionali e bisogna adeguarsi". Albanese si occupa di riqualificazione del suolo pubblico, in particolare è specializzata nel settore dei parcheggi. Una professione intrapresa oltre vent'anni fa e portata avanti con grande dedizione. "Guardare ogni minimo dettaglio, per non tralasciare niente: è questa la chiave del successo" spiega. "Ci vogliono un po' di sogni, ma anche impegno, passione, e sicuramente tanto pragmatismo. E poi intuito, guardare a 360° il mattone che metto oggi a cosa mi porterà domani". Riguardo al caro materiali, Albanese è ottimista: "Di certo non ci ferma, però ci limita molto. Quando le cose sono fatte bene, di freni non ce ne sono, ma bisogna assolutamente rivederlo". Il lavoro in edilizia? "Ce n'è, tanta gente potrebbe essere occupata. C'è chi lo deve imparare, ma ci vuole costanza". Albanese è da oltre vent'anni anche impegnata in Assimpredil Ance, "e ne vado fiera". Oggi è l'unica donna tra i Probiviri dell'associazione. "Ci sono molte donne ad avere il polso della situazione e questo rende il lavoro ancora più gratificante".

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