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PRESIDENZA

Care Amiche e Cari Amici,

lunedì scorso, 25 settembre, si è svolta l’Assemblea generale di Assimpredil Ance presso il teatro Lirico di Milano a cui è dedicato questo numero speciale di Dedalo News.

Ringrazio per essere stati con noi i graditi ospiti della nostra importante filiera produttiva, gli illustri rappresentanti istituzionali e le numerosissime persone presenti in sala. Ho voluto usare tre parole chiave come filo conduttore dell’Assemblea (qui il programma):
- il coraggio di cambiare rotta verso modelli sostenibili di produzione e di vita;
- la fiducia come principio fondamentale nelle relazioni tra pubblico e privato, ma anche tra privato e privato, per un progetto comune;
- il sogno, ovvero la costruzione di una visione strategica del futuro condivisa negli obiettivi e nelle azioni.

Credo che in queste tre parole sia racchiusa la descrizione del percorso che le imprese del nostro settore stanno facendo insieme a tutta la filiera.
Ci chiediamo che cosa succederà nel nostro futuro?
Il settore delle costruzioni in due anni, 2021 -2022, ha contribuito per il 50 % alla crescita dell’11 % del PIL totale del biennio.
Come in Italia, anche nel nostro territorio gli investimenti in costruzioni hanno registrato un andamento positivo per tutto il 2022 e ancora nel primo trimestre di quest’anno.
I livelli produttivi sono stabili, dopo le impennate del 2022, in termini di ore lavorate e lavoratori occupati, registrati dalla Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

Aver rimesso in moto la filiera delle costruzioni ha permesso al nostro Paese di vivere un periodo positivo nonostante il post Covid, la guerra in Ucraina, il rialzo dei costi energetici e la conseguente impennata dei prezzi.
E quando parlo di filiera includo l’80 % dei settori: dal cemento al vetro, dal ferro al legno, dagli impianti alla domotica e non solo.
Dall’industria all’artigianato, dalla finanza alle professioni collegate.

Le previsioni per il 2023 sono di un andamento positivo per gli investimenti in costruzioni, anche se in forte rallentamento rispetto alla straordinaria crescita del settore negli anni 2021 e 2022.
E perché?
Le incognite sono quattro:
1- l’andamento dei prezzi e le conseguenti azioni della Banca Centrale Europea BCE sul rialzo dei tassi che sempre più pesano sulle compravendite immobiliari;
2- la regolazione degli incentivi fiscali;
3- le politiche di rigenerazione urbana che il Governo, le Regioni e le Amministrazioni Comunali metteranno in campo per risolvere i problemi di edilizia abitativa e riqualificazione del territorio;
4- la cantierizzazione delle opere previste dal PNRR e PNC. La Banca d’Italia nel suo ultimo rapporto stima per la Lombardia per il periodo 2021-2026 un ammontare di 12,8 miliardi di cui 4,5 miliardi attribuiti ad investimenti diretti nel settore delle costruzioni.

Le previsioni 2023 fanno ben sperare.
Sono state bandite numerose gare negli scorsi mesi dai Comuni ma anche da ANAS, da FS e dalle altre stazioni appaltanti come CAP Holding con il progetto “città spugna”.
Far atterrare concretamente sul campo gli investimenti e realizzarli nei tempi previsti è una grande sfida che riguarda la Pubblica Amministrazione ma anche le imprese che sono chiamate a far fronte ad una domanda elevata da soddisfare in pochissimo tempo.

Il primo nodo legato a questo aspetto è la preoccupante mancanza di manodopera.
Molti mi chiedono quanti lavoratori servono al nostro settore: possiamo fare delle stime ma voglio ricordare che nel decennio 2008 -2018 sono usciti dal nostro settore 600 mila lavoratori creando un buco di competenze oltre che di forza lavoro.
Oggi siamo a livelli produttivi superiori a quelli del 2008 e in Italia non è solo l’edilizia a corto di “capitale umano”.

- Aumentare i flussi,
- formare le persone nel loro paese di origine,
- investire sulle scuole professionali e i giovani,
- fare accordi con le organizzazioni incaricate di gestire i rifugiati politici,
- formare i carcerati,

abbiamo avviato tutte queste azioni, ma i bisogni sono sempre superiori alle risposte.

Proprio il 25 settembre il primo gruppo di detenuti provenienti dal carcere di Opera ha iniziato il suo percorso formativo con ESEM CPT e con il tutoraggio di Comunità Nuova e della Fondazione di Don Gino Rigoldi. Un accordo a cui hanno aderito le nostre tre Organizzazioni Sindacali di settore e UMANA.
Costruiremo una scuola dentro il carcere e sulla struttura detentiva di Opera la direzione del carcere e il Provveditorato Regionale cercheranno di convogliare tutte risorse umane regionali e nazionali interessate al nostro settore.
La sfida sarà ottenere sempre di più il riconoscimento del valore, anche sociale, del nostro contratto di lavoro che incorpora un insieme di prestazioni di welfare uniche.
Per la nostra scuola edile la sicurezza è il perno di tutta la formazione professionale: ogni competenza acquisita, ad ogni livello di mansione, incorpora le nozioni di sicurezza.

Non sempre, purtroppo, i risultati sono positivi ma questo non ci fa abbassare la guardia e l’attenzione che come sistema e come singola impresa dedichiamo alla prevenzione.
C’è una confermata relazione tra irregolarità contrattuale - contributiva e sicurezza del lavoro.
Per questo da anni ci battiamo per ottenere che nei nostri cantieri vi siano analoghe condizioni in merito alla formazione alla sicurezza dei lavoratori che interagiscono nelle fasi di lavorazione.
Voglio ricordare che la normativa italiana sulla sicurezza del lavoro è una delle più avanzate d’Europa anche nel settore edile: servono buone norme ma servono anche più controlli, capillari e diffusi, per farle rispettare.

Serve una azione culturale che superi quell’approccio superficiale alla valutazione del rischio individuale che fa pericolosamente abbassare la guardia.
Bisogna partire dai giovani, dalle scuole e costruire una coscienza civica e personale verso il rispetto della propria vita e di quella degli altri.
Ai giovani bisogna anche guardare con occhi diversi e creare un rapporto empatico verso il nostro settore che negli anni si è perso.
Il lavoro in edilizia è uno dei lavori più creativi, dinamici, interessanti che ci siano e come ho già detto è anche supportato da un welfare eccellente oltre che da un riconoscimento economico per i lavoratori.
Il salario minimo non ci riguarda di certo!

Io amo il mio lavoro, le sfide quotidiane e la possibilità di dare un mio personale contributo alla soluzione dei problemi.
C’è un’emozione sempre rinnovata tutte le volte che si termina un lavoro e ci si ferma a pensare che quel luogo, quella strada, quella casa è stata fatta da un insieme di persone che hanno lavorato insieme con lo stesso fine.
Ci stiamo mettendo tanta passione ed energia per formare i nostri ragazzi dell’Istituto Carlo Bazzi: 150 anni di tradizione e di innovazione per formare i tecnici che animano i nostri cantieri.

Sta partendo anche la nuova edizione dei corsi ITS della Fondazione cantieri dell’Arte: un percorso che mira a creare figure professionali specializzate e in grado di governare le nuove tecnologie digitali e il BIM.
Ma per i giovani è poi costante la possibilità di partecipare ai corsi di ESEM-CPT per crescere professionalmente e maturare nuove competenze che le imprese cercano e pagano anche molto bene.
I giovani sono il nostro futuro e a loro è dedicato il progetto del Gruppo Giovani con i giovani delle OOSS ed ESEM CPT di avvicinamento al mondo del cantiere dei ragazzi delle scuole medie e superiori.

Permettetemi di ringraziare gli imprenditori e le imprenditrici che ai giovani dedicano tanto tempo e impegno, animando con impegno e passione l’attività associativa.  
I giovani sono i protagonisti anche di un altro focus del nostro settore: saranno loro che abiteranno le città nel futuro e per loro dobbiamo ri-progettare un modello efficace e sostenibile di ri-generazione urbana.

Manca in Italia un piano per la casa che risponda ai nuovi modelli familiari e sociali, che sia in grado di intervenire ai vari livelli con soluzioni adeguate alle esigenze.
Con le regole attuali, risalenti al dopoguerra, è impossibile e per questo è necessaria una nuova legge urbanistica nazionale che permetta a livello territoriale nuove politiche di sviluppo urbano, di rigenerazione e abitative.
Il complesso delle leggi in materia, ha stimato ANCE, conta più di 90 cambiamenti in 20 anni che hanno creato, bisogna dirlo, un caos interpretativo che non serve a nessuno.
Ci sono le condizioni per fare una revisione complessiva della normativa e sentiremo in chiusura dal Ministro Salvini dove siamo e in quale direzione si sta muovendo il Governo.

Oltre a ciò, bisogna fare i conti con le condizioni congiunturali:
- il tasso d’inflazione, seppur in discesa per effetto del forte calo dei prezzi dei beni energetici, rimane elevato, ben lontano dal 2% obiettivo della BCE, e continua ad erodere il potere di acquisto delle famiglie;
- i tassi di interesse, cresciuti da 0 al 4,5 % in pochi mesi, hanno indotto la frenata dei volumi di compravendita di abitazioni che si è manifestata con particolare intensità nei nostri territori.
La domanda di casa rimane alta ma l’accessibilità si è abbassata facendo esplodere in alcuni contesti, come quello milanese, un problema che da mesi la nostra Associazione ha sollevato.
I prossimi mesi saranno cruciali per capire come reagirà il mercato immobiliare e se il settore sarà in grado di mantenere i livelli produttivi raggiunti.

È necessario un approccio alla soluzione dei problemi legati all’edilizia che renda fattibile una collaborazione pubblico privato, nel rispetto dei ruoli e dell’interesse collettivo.
Occorrono politiche abitative in grado di attivare tutte le leve, a partire da quella fiscale.

L’accessibilità al bene casa è un indicatore di benessere di un sistema locale, è una infrastruttura sociale indispensabile per trattenere i giovani e le famiglie, è linfa vitale per non far morire le città.
Una soluzione è possibile ma serve la volontà di lavorare insieme in modo armonioso: esperienze positive ci sono, basterebbe fermarsi e capire che solo dalle sinergie possono nascere risposte concrete e sostenibili socialmente, ambientalmente ed economicamente.

Ho iniziato il mio intervento parlando di sostenibilità e termino parlando di economia circolare che, per il nostro settore vuol dire chiudere il cerchio della famosa regola delle 3 R, RIDUCI, RIUSA, RICICLA:
- dalla bonifica alla realizzazione dell’opera edilizia;
- dalla demolizione al recupero dei materiali;
- dallo spreco all’ottimizzazione.
 
L’edilizia produce quasi la metà dei rifiuti totali del nostro Paese ma siamo anche i migliori in Europa nel recupero di questi materiali: nel 2022 abbiamo registrato un +8 % rispetto al 70% di obiettivo europeo.
Tutto bene?
No, non va affatto bene perché subiamo un paradosso: organizziamo le lavorazioni e il cantiere al fine di raccogliere i materiali per essere destinati poi ai trattamenti di riciclo e recupero ma i materiali lavorati non sono poi ri-utilizzabili e gli impianti fungono da depositi immobilizzando le produzioni di questo importante comparto green dell’edilizia.
Investiamo per la bonifica dei terreni in ottica di zero consumo di suolo e siamo zavorrati da procedure burocratiche lunghe, complesse e a volte incomprensibili.

Basti pensare a quello che è successo a luglio di quest’anno.
In conseguenza di una sentenza della Corte Costituzionale è stato ritenuto illegittimo il conferimento ai Comuni delle funzioni amministrative relative alle procedure di bonifica previste da una Legge Regionale di 20 anni fa.
Che vuol dire che in Lombardia si sono fermate più di 2000 pratiche di bonifica, di cui circa 500 nel solo Comune di Milano, comprese quelle del PNRR e delle Olimpiadi, perché in questi 20 anni l’assetto burocratico amministrativo ha fatto perno sui Comuni e non sulla Regione.
vIl Governo, e va fatto un plauso, è intervenuto rapidamente ma attendiamo la conversione in legge e l’approvazione della legge Regionale.
L’obiettivo di una progressiva decarbonizzazione e di una economia green è condiviso da chi fa impresa guardando al futuro.
L’ho detto tante volte: il valore non si misura più solo in termini di profitto!

Logiche ESG entrano nei nostri modelli di business e fanno nascere nuove strategie per lo sviluppo di medio e lungo periodo delle imprese.
Il benessere sociale, l’ambiente, il rispetto del lavoro incidono nelle decisioni della governance aziendale divenendo parametri vincolanti  come quelli economici.
Cambiano così i criteri di valutazione di fattibilità delle scelte aziendali.

Questa è stata la mia seconda Assemblea alla guida di Assimpredil Ance e sono orgogliosa per essere riuscita a concretizzare gli obiettivi che mi ero posta: portare il tema della sostenibilità al centro delle strategie associative e nel cuore delle imprese.
Il nostro impegno per la sostenibilità non è solo ambiente e decarbonizzazione, ma è anche legalità, lavoro e sicurezza, coinvolgimento della filiera.
Il Codice di Condotta “Cantiere Impatto sostenibile” cresce e tra tutti i successi voglio solo citare:
- che abbiamo creato la piattaforma CIS realizzata grazie al contributo di Regione Lombardia per il bando filiere di eccellenza;
- che CIS è stato adottato anche da altre, importanti, realtà territoriali del nostro sistema associativo;
- che proprio in questo mese abbiamo sottoscritto con il Presidente di CAP Holding Yuri Santagostino un protocollo che valorizza il nostro Codice di Condotta CIS.
Ho chiuso il mio primo intervento con la citazione di uno scrittore che amo particolarmente, Hemingway: il mondo è un bel posto e per esso vale la pena lottare.

Qui il link per vedere e ascoltare il mio intervento.
 

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