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PROTAGONISTI

Assessore regionale all'Ambiente, Cattaneo: "Ciascuno giochi la sua parte per la transizione ecologica"

Le costruzioni pesano circa il 20% del Pil Italiano e la Lombardia, in particolare, rappresenta quasi il 20% dell'offerta produttiva del settore a livello nazionale. Come si può migliorare l'attenzione alla transizione ecologica nei cantieri che popolano la regione?
Stiamo attraversando un'epoca di cambiamento culturale: tutto deve essere considerato una risorsa e possibilmente deve essere cancellata la parola 'rifiuto'. Per questo motivo è importante che in ogni ambito, ancor più in quello delle costruzioni venga adottato un approccio circolare, rivendendo il funzionamento dell'intera filiera coinvolta in ogni ciclo produttivo: dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita. La transizione ecologica è una conditio sine qua non per restare al passo con lo sviluppo, perché 'ambiente' è il nuovo nome dello sviluppo. Ne sono profondamente convinto, ma al contempo sono convinto che questo cambiamento epocale possa essere condotto solo all'interno di un sistema sinergico e coeso. Stato, Regioni, Enti locali, imprese: ciascuno deve giocare la propria parte in un quadro di obiettivi e di strumenti chiaro e condiviso.

Quali sono, a suo avviso, le criticità del regolamento 'End of waste' attualmente all'esame della Commissione Europea?
Regione Lombardia, con le altre regioni Italiane sta chiedendo la revisione del decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione per gli scarti dell'edilizia e delle infrastrutture. Mi sono fatto carico di portare la questione all'attenzione della Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità della Conferenza delle Regioni, e sono intervenuto personalmente con il Ministro Cingolani affinché si proceda ad una correzione del decreto. In entrambe le occasioni ho fatto presente l'importanza degli impatti che l'applicazione del decreto avrebbe sul territorio e, in particolare, in Regione Lombardia. Cito due aspetti che avrebbero un forte impatto sul settore dell'edilizia. La bozza rischia di far ritrasformare in rifiuti i grandi quantitativi di prodotti da end of waste già lavorati e depositati presso gli impianti in attesa di commercializzazione. Abbiamo inoltre rilevato criticità sui nuovi limiti previsti per l'uso di aggregati sul 'tal quale' dei prodotti per cui una elevata percentuale di rifiuti da C&D non potrà più diventare prodotto recuperato, con un fortissimo blocco per tutto il settore e per l'economia circolare in genere, con ricadute negative anche su tutta l'edilizia. Il decreto andrebbe corretto, poiché con le regole attuali saremmo costretti a riaprire le discariche per inerti e buttarvi anche il 50% degli aggregati riciclati già prodotti. Esattamente il contrario dell'economia circolare.

La Lombardia conta più del 20% dei rifiuti inerti prodotti in Italia e la percentuale più alta - circa il 93% - di materia recuperata (dati Ance e Confindustria Lombardia). Pensa che la regione possa fornire un esempio di prassi virtuose a cui ispirarsi?
Sicuramente la Lombardia può fornire un esempio di prassi virtuose a cui ispirarsi. Innanzitutto, l'efficienza degli impianti di recupero è molto alta: circa il 98% viene inviato a recupero e di questo il 96% viene trasformato in aggregato riciclato. Quindi pressoché tutti i rifiuti avviati a tali impianti vengono trasformati in materia. Un esempio concreto di economia circolare. Secondo i dati del 2019, la produzione totale di rifiuti speciali comprensivi degli inerti derivanti da costruzione e demolizione è stata pari a 33.486.938. Di questi, i rifiuti speciali in senso stretto rappresentano 18.869.786 tonnellate. Nel 2019 si è assistito al recupero dell'85,5% di questi rifiuti - nel 2002 si recuperava il 63%. 14.617.152 tonnellate sono invece rappresentate dai rifiuti inerti derivanti da demolizione e costruzione, per il quale è stato avviato un sistema per favorire l'incontro fra domanda e offerta degli aggregati riciclati inerti, il 'Market inerti'. Una piattaforma in cui vengono diffuse le informazioni sugli aggregati riciclati disponibili sul mercato, che possono essere utilizzati in sostituzione del materiale inerte di cava, per la realizzazione di opere pubbliche e private. Con questa iniziativa, che Regione Lombardia ha creato con Ance Lombardia, abbiamo voluto dare nuovo slancio all'attività di recupero, contribuendo a migliorare la conoscenza degli aggregati riciclati da parte di quanti devono realizzare opere edili e infrastrutturali. E in tal modo limitare l'utilizzo di nuove risorse naturali. Sul fronte dell'economia circolare in Lombardia siamo all'avanguardia e il 'Market inerti' è un esempio concreto di collaborazione tra pubblico e privato a sostegno dell'economia circolare.

Stiamo procedendo in maniera adeguata al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030 oppure serve un cambio di passo?
Stiamo procedendo a passi spediti e con azioni concrete. L'impegno di Regione Lombardia per la sostenibilità si inserisce nel quadro istituzionale che include gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu, del Green Deal, delle strategie Europee e della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Un impegno concreto, che ha permesso di rendere la sostenibilità uno dei pilastri del nostro Programma regionale di sviluppo. In questo percorso, Regione Lombardia ricopre un ruolo chiave, di congiunzione tra la strategia nazionale e il territorio, dando concretezza a queste politiche, legando gli obiettivi alle risorse. Nel 2021 è stata approvata la Strategia di sviluppo sostenibile, il risultato di un percorso partecipativo durato tre anni, frutto di una solida alleanza tra ambiente e imprese, tra istituzioni e territorio. Recentemente è stato approvato dalla Giunta Regionale il Programma Regionale di Gestione dei rifiuti, verso l'economia circolare. Rappresenta lo strumento di programmazione attraverso il quale Regione Lombardia definisce in maniera integrata le politiche di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di gestione dei siti inquinati da bonificare. Con questo piano si passa dal rifiuto alla risorsa, riducendo ulteriormente la produzione dei rifiuti e incrementando i già elevati standard qualitativi della raccolta differenziata e del recupero di materia, così da garantire un ancor più ampio riutilizzo e riciclo dei rifiuti come materia prima seconda.



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