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Vicepresidente Giovanni Deleo: "Completamente da rivedere la normativa sugli appalti pubblici, bisogna semplificare"

Il decreto Aiuti, in base alle bozze, sarà sufficiente a compensare l'aumento dei prezzi delle materie prime oppure manca ancora una regolamentazione che permetta un adeguamento 'standard' dei prezziari?
Intanto c'è una nota positiva: si parla di miliardi di euro e non di milioni. Sembra quindi che si sia presa coscienza dell'entità del problema. In merito al contenuto, si perde sempre l'occasione per fare qualcosa di semplice: sarebbe stato molto facile creare un meccanismo automatico e dinamico che consentisse di seguire l'andamento dei prezzi del mercato. Invece c'è sempre ampio spazio alle interpretazioni e dunque c'è spesso il dubbio da parte dell'impresa su come verrà interpretata la norma dalla stazione appaltante. La normativa sugli appalti pubblici dovrebbe essere completamente rivista sotto una luce che consenta di semplificare le cose. Al contrario, assistiamo a una stratificazione continua di norme che rendono sempre più difficile la vita dell'impresa.

Superbonus: la proroga del Sal al 30% per le unifamiliari da giugno a fine settembre sarà in grado di sanare il blocco del mercato se non ci saranno ulteriori modifiche al meccanismo di cessione dei crediti?
L'augurio che possa essere l'ultima modifica rimane un augurio. L'ufficio "complicazione cose semplici" è sempre al lavoro (scherza l'ingegnere ndr). La proroga per le unifamiliari al 30 settembre è comunque insufficiente: taglia fuori dal mercato una larghissima parte di edifici. Guardando quanto gli edifici sono responsabili dell'effetto serra o dell'inquinamento e la velocità a cui stiamo andando nel cercare di migliorarne l'efficienza energetica si capisce che non arriveremo mai a centrare il limite imposto dalla Comunità Europea. Se queste sono le norme e queste sono le limitazioni temporali entro cui adempiervi, ci si chiede se ce la faremo o meno a centrare questi obiettivi. Qual è la strategia che c'è dietro? è questa la cecità che sembra avere chi governa. è come dover raggiungere una tappa e riempire il serbatoio soltanto a metà: come ci si arriverà?

Indicazioni nella legge di bilancio 2021 sono di applicare CCNL alle opere di importo superiore ai 70mila euro, ma l'agenzia delle entrate non ha ancora specificato le modalità attuatrice. Questo rallenterà ulteriormente i lavori?
Ogni volta che una norma rimanda a una successiva emanazione di spiegazioni è evidente che si mette sabbia negli ingranaggi. Detto ciò, era giunto il tempo di fare chiarezza nel settore edile e far in modo che i soggetti qualificati riescano a lavorare in un mercato privo di concorrenza sleale. Finora ci sono stati effetti di dumping sui contratti che fanno paura. Settori come l'edilizia sono molto viziati dalla presenza di personale non assunto. Tralasciando tutto ciò che questo comporta per la sicurezza, si capisce che è un aspetto che distorce molto il mercato. Non ultimo, si lascia la porta aperta a soggetti improvvisati che possono solo alimentare il giro delle frodi. Avremmo dovuto blindare l'ingresso a questi bonus dall'inizio. Anche perché sono soldi pubblici: perché per costruire una scuola servono soggetti qualificati mentre alla ristrutturazione dei condomini possono partecipare tutti?

Dall'Osservatorio congiunturale Ance emerge che il mismatch occupazionale tra domanda e offerta di lavoro nelle costruzioni è salito al 40%, mentre prima della pandemia era inferiore al 30%. Secondo lei a cosa è da attribuire questo fenomeno e come si può risolvere?
è un discorso che parte da lontano. Lavorare nel nostro settore non è una cosa ben vista e la responsabilità è tanto delle imprese quanto del mercato. Le imprese non sono state un grado di rendere appetibili i lavori in cantiere. Una volta veder costruire qualcosa era tanto appagante, oggi sembra che non lo sia più. Attribuisco la responsabilità tanto alle imprese, che hanno le loro responsabilità, quanto al sistema scolastico che ha abbandonato il settore, e poi alla mancanza di figure intermedie tra il diploma e la laurea. Inoltre il settore ha subito danni di immagine notevolissimi da comportamenti non corretti da parte di certi operatori. Oggi fare il muratore è vista come una cosa disdicevole. è paradossale: il settore edile permette a ragazzi che non vanno a scuola di entrare nel mondo del lavoro, però è controproducente perché porta ad avere gente che non vuole qualificarsi e migliorare la propria professionalità, e questo danneggia anche il sistema.



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