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Vicepresidente John Bertazzi: "Su bonus edilizi basta continui cambi normativi. Gli incentivi siano minori ma stabili nel tempo"

Siamo lontani da un quadro normativo definitivo sul Superbonus 110%.
Sono desolato per quello che è successo. Trovo incredibile che una norma che è stata pensata un paio di anni fa, e già avevamo capito che si aveva pochissimo tempo per la realizzazione, sia stata completamente bloccata per colpa di alcuni - non imprese né imprenditori, ma gente che ha trovato il modus per rubare. L'ho trovata una cosa molto 'italiana'. Si tratta di una norma con delle positività importanti, che ha sviluppato e continua a sviluppare una mole di lavoro interessantissima non solo per il nostro settore, ma per l'intero sistema paese. Non è possibile fare impresa se le regole non sono chiare, e non si può cambiarle mentre si sta giocando. è una cosa che urla vendetta e crea problemi con le banche, con i fornitori e con tutto il circuito. Ci si dimentica che dietro a questo ci sono famiglie, imprenditori, gente che mette in campo le proprie professionalità e anche molti soldi.

Dopo la precedente stretta sulle cessioni dei crediti, con il nuovo decreto si passa da tre a quattro cessioni, anche se con alcune limitazioni. Sarà sufficiente a sbloccare il mercato?
Dipende dalla lettura che si vorrà dare alla quarta cessione: se rimane sempre all'interno dei soggetti vigilati dalla Banca d'Italia (ex art. 106 del Testo unico bancario) ci sarà sempre una problematica perché nessun soggetto può gestire una massa così imponente di crediti d'imposta, lo abbiamo visto. Se invece l'apertura sarà alle grandi società industriali, che possano compensare, allora si riapre il mercato alla possibilità di una cessione, che sia corretta, etica, certificata e tracciabile, anche a coloro che possono essere in grado di utilizzarla. Bisogna vedere come i decreti verranno scritti. In questo momento per le aziende tutte le piattaforme sono bloccate.

Cosa manca al correttivo? Consentire il frazionamento del credito potrebbe essere una soluzione?
Potrebbe aiutare, ma penso che possa diventare una ulteriore difficoltà di controllo. Se si dice che il credito è frazionabile ma poi nei fatti non lo è perché ne diventiamo tutti responsabili, e dunque non lo è nessuno, allora è preferibile che non lo sia ma che ci sia la cedibilità a soggetti che siano diversi dalle banche.

La Camera ha impegnato il governo a valutare la proroga per le abitazioni unifamiliari del vincolo del 30% dei lavori entro il 30 giugno. Cosa ne pensa?
La proroga è giusta, però non si crea un settore. Chi è già partito il 30% lo ha già raggiunto. Con altri tre o sei mesi, io non comincerei neanche se voglio fare le cose per bene. Queste proroghe all'ultimo momento, a ridosso della scadenza, non servono a nessuno: se si vuole andare dietro alla demagogia dell'aver dato la possibilità questo non è il campo dell'imprenditore, è il campo di chi approfitta del momento. Non penso che un imprenditore serio possa pensare di gestire la sua azienda mese per mese. Uno Stato che volesse fare una politica industriale dovrebbe ipotizzare un periodo molto più lungo - parlo di dieci anni se non stabile nel tempo - con un controllo della tesoreria che decida che dal 110% si passi magari all'80% o al 75%, a quel punto si danno cinque o dieci anni di tempo per realizzare i lavori. Sono dei progetti che devono essere asseverati, valutati, accettarti e controllati, vanno via mesi e mesi. Se si concede un anno, molte aziende rinunciano, come hanno fatto.

L'agenzia delle entrate ha pubblicato una nuova guida all'utilizzo della piattaforma per la cessione dei crediti che, attraverso l'identificazione del codice fiscale, è in grado di individuare i "soggetti qualificati". è un sistema che permetterà di evitare le frodi?
Penso di sì. Può essere che anche in questo caso qualcuno si inventi qualche cosa per aggirare le regole, ma le norme non possono essere scritte per pochi che rubano, sono fatte ma per la gran parte di chi ben si comporta, le aziende strutturate, che hanno dipendenti e sono sul mercato da tempo. Speriamo sia qualcosa per cui chi ha voglia di truffare abbia difficoltà a farlo: prima oggettivamente era estremamente facile. Si è passati dal troppo al troppo poco. Si è fatto finta che certi comportamenti non potessero essere delittuosi perché non si era capaci di controllare. La decisione che hanno preso è quella giusta: garantire la circolarità dei crediti e la loro certezza. Ogni credito ha ora un codice identificativo e chi lo ha generato se ne prenderà la responsabilità.

Il decreto Prezzari (in vigore dal 15 aprile) sarà in grado di mettere le imprese nelle condizioni di far fronte al caro materiali?
I prezzi fissati dal ministero sono congrui. Questo è un mercato abbastanza facile: il caro materiali non ha comportato grandissimi oneri a questo sub-settore dell'edilizia (legato al Superbonus 110%). Per le opere pubbliche invece si stanno avendo problemi enormi, non solo per l'aumento dei costi ma anche per la disponibilità dei materiali. Mi domando perché sia necessario fare un decreto: basterebbe fare una variazione per la quale tutti i contratti pubblici o privati siano soggetti a rivisitazioni - in più o meno - così come fanno in qualunque altro paese europeo. I più bravi lo fanno addirittura su base mensile, altri trimestrale, senza particolari problemi. Perché complicare cose che potrebbero essere di una semplicità imbarazzante?

Qual è il Suo appello al legislatore?
Il miglioramento dell'efficientamento dei nostri immobili è necessario. Sono immobili ormai storicamente vecchi, hanno necessità di essere adeguati, alcuni andrebbero addirittura abbattuti. Ma per fare questo, vista anche la mole di proprietà privata che esiste in Italia ci sarebbe bisogno di incentivi non maggiori, anzi minori, ma stabili nel tempo. E poi meccanismi facili. Basta normazione, basta continui cambiamenti: si da una regola e la si tiene per dieci anni. Certo, con un controllo magari annuale, ma fatto questo stop.

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