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BONUS FISCALI

Sì alla quarta cessione dei crediti nel dl Bollette, ma si attendono semplificazioni. Proroga per le unifamiliari

Sarà rinviata la scadenza che prevedeva l'obbligo di aver effettuato almeno il 30% dei lavori relativi al superbonus 110% per le abitazioni unifamiliari. Il limite era inizialmente fissato al 30 giugno. Varie sono le ipotesi sul nuovo termine: da fine agosto, a fine settembre, o addirittura fino alla fine dell'anno. Ancora ignoto se venga rinviato anche il termine di conclusione dei lavori, si attende il decreto. Certo è che la Camera ha impegnato il governo a pronunciarsi a breve. Un primo chiarimento è già arrivato riguardo al computo della percentuale del 30%: dovrà riferirsi al complesso dei lavori, e non ai singoli interventi, come si era ipotizzato secondo un'interpretazione più morbida della norma.

Si va verso un correttivo anche per il sistema delle cessioni dei crediti. Dopo la stretta sui trasferimenti, che ha provocato una paralisi del mercato e la chiusura delle banche all'acquisirne di nuovi, si apre, con il via libera definitivo da parte del Senato al decreto Bollette, la possibilità alla quarta cessione, seppur con numerose limitazioni. Ora sono attese limature importanti sulle condizioni per poterne usufruire. Ad oggi, infatti, la quarta cessione è percorribile esclusivamente da parte degli istituti bancari e solo nel caso in cui si sia esaurito il numero dei possibili trasferimenti; l'operazione sarà ammessa solo a favore di soggetti che possiedono un conto corrente con la banca, e sarà vietato il frazionamento del credito. Di questi vincoli si ipotizza in primis l'apertura verso una qualche forma di ripartizione delle somme, in particolare per quanto riguarda il trasferimento di singole annualità. Ma non solo: perché le banche abbiano la possibilità di liberare i crediti già accumulati, il Parlamento chiede che la cessione sia concessa non soltanto a condizione di aver esaurito i possibili trasferimenti attualmente previsti, ma anche prima. In generale poi, in molti chiedono che il trasferimento dei crediti edilizi sia consentito anche a istituti diversi dalle banche, che ora si trovano in pancia miliardi di crediti e si starebbero orientando verso il rifiuto ogni nuova richiesta.

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