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APPALTI

Assimpredil Ance propone nuovi modelli contrattuali e procedure "di squadra" contro la crisi

Per rispondere alle difficoltà operative del contesto attuale Assimpredil Ance ha studiato e messo appunto un accordo collaborativo tra committente, appaltatore e filiera che punti a una concezione "integrata" dell'appalto e ne comprenda tutte le fasi, con l'identificazione trasparente di obiettivi comuni: dalla progettazione, all'esecuzione, al fine vita dell'opera.

"Committenti e appaltatori hanno dovuto sopravvivere ad una navigazione molto complessa: la crisi durata dieci anni, l'emergenza Covid e ora il disastro dei prezzi" ha osserva Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance. "Hanno sempre più parlato lingue differenti - ha spiegato - e non si sono più compresi, aspirando, ciascuno, a realizzare obiettivi spesso contrapposti. Nel tempo la filiera si è allungata e gli accordi hanno perso di vista logiche di buona fede reciproca". Ora, ha incalzato, "abbiamo bisogno di strumenti che consentano di ridurre gli sprechi di tempo e danaro, perché continuare a adottare un approccio basato su riserve e controversie non premia e, alla lunga, logora i rapporti e la fiducia reciproca".

Grazie alla collaborazione con il Centro di Construction Law e Management, il primo in Italia a svolgere ricerca su diritto e management delle costruzioni, Assimpredil Ance vuole operare una "rivoluzione positiva del mercato", guardando alle esperienze di successo già avviate in altri Paesi. "Credo sia compito di Assimpredil Ance individuare criticità e vie d'uscita, studiare e proporre nuovi e migliori scenari per il settore e preparare il campo perché i mutamenti necessari possano avvenire in modo graduale e progressivo" ha spiega Regina De Albertis. Sara Valaguzza, professore ordinario di diritto amministrativo e avvocato, ha realizzato un modello collaborativo facilmente adattabile alle esigenze del committente e delle parti. Nero su bianco: una definizione e integrazione dei ruoli dei componenti del team; la condivisione delle informazioni; una modalità di risoluzione tempestiva e preventiva delle criticità e delle controversie; un sistema di premialità e obiettivi comuni che siano chiari a tutti.

Nell'ambito del mercato privato, le procedure collaborative propongono una selezione flessibile in "open book" dei candidati, attraverso un confronto trasparente sui costi attesi e le prospettive di sviluppo del progetto. Si mira ad un "early involvement" di appaltatori e subappaltatori, gia` dalla fase di studio del progetto e della definizione del budget, per definire un gruppo integrato con il committente e anticipare le problematiche che potrebbero insorgere in fase esecutiva.

Anche nel settore dei lavori pubblici, i nuovi modelli contrattuali collaborativi possono rappresentare lo strumento per garantire i tempi di esecuzione e per rispettare i costi preventivati riducendo criticita` e conflittualita`, oltre che introducendo target collaterali di interesse pubblico.

In questo quadro, appare imprescindibile, come previsto dalla normativa comunitaria, favorire la partecipazione agli appalti pubblici delle piccole e medie imprese, una parte significativa del tessuto imprenditoriale e produttivo, italiano spesso sacrificate in favore dell'economicità. "Le piccole e medie imprese subiscono la speculazione dei fornitori e la speculazione evidente del mercato dell'energia e si trovano tra incudine e martello, con un contratto che non sono in grado di gestire" ha spiegato Paolo Riva, vicepresidente di Assimpredil. "Dai rilevamenti di Ance - ha sottolineato - nel 2019 c'erano circa 487mila imprese sul suolo nazionale e rappresentavano circa l'11% dell'intero settore produttivo del sistema italiano. In media, il numero di addetti è di 2,7 per ciascuna". Inoltre, "le parti sono completamente separate: abbiamo delle stazioni appaltanti che guardano al loro percorso e delle imprese che non riescono ad adeguarsi al mercato. Una situazione anacronistica. Da oggi in poi si deve evitare la conflittualità".

Assimpredil si è fatta parte diligente a tal fine e suggerisce alle stazioni appaltanti meccanismi per la promozione delle PMI, al momento prodromico dell'impostazione della gara e attraverso l'introduzione di criteri premiali, sul modello francese. Questo per impedire che le imprese più piccole siano relegate al mero apporto operativo e tagliate fuori dalla governance della commessa. Nel modello proposto da Valaguzza, inoltre, è previsto un "registro dei target" in base al quale si possa verificare 'on going', nel corso della fase esecutiva, che gli impegni presi in fase di gara siano effettivamente riscontrabili nell'azione operativa.

"Le buone idee possono diventare realtà, l'Associazione sta investendo molte energie nello sforzo di favorire un virtuoso cambio culturale. Sforzo analogo è richiesto alle stazioni appaltanti" ha commentato Regina De Albertis. Ci rendiamo conto dell'atteggiamento di perplessità e di diffidenza verso forme completamente nuove, ma dobbiamo buttare il cuore oltre l'ostacolo e oggi, anche se è il primo passo, lo stiamo facendo" ha concluso.

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