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PRESIDENZA

Amiche ed amici,

i cantieri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si avviano verso la chiusura senza una norma, promessa dal governo, che consenta di sospendere gli appalti in attesa delle giuste compensazioni, mentre l'aumento dei costi dei materiali e le difficoltà nell'approvvigionamento continuano a braccare senza tregua il nostro settore.

L'inspiegabile e inaspettata decisione dell'esecutivo di eliminare dall'ultimo decreto Energia la norma che, alla luce dei rincari insostenibili, avrebbe permesso la proroga o la sospensione dei lavori, concedendo la causa di forza maggiore, condanna le imprese al fallimento. Quella norma, annunciata da Palazzo Chigi e confermata nelle ultime bozze circolate, avrebbe evitato di far pagare ancora una volta alle aziende il prezzo degli aumenti incontrollati.

Sembra caduto nel vuoto il grido d'allarme che la nostra Associazione ha voluto lanciare con l'assemblea generale straordinaria del 21 marzo scorso: non c'è traccia delle rassicurazioni dei rappresentanti istituzionali, che avevano garantito di aver compreso la gravità della situazione e che sarebbero intervenuti per migliorarla.

Il contesto è drammatico. Senza un intervento deciso per sanare questo vuoto sarà impossibile portare a termine i lavori intrapresi, così come avviarne di nuovi. Non si può più restare a guardare indifferenti. Servono maggiori risorse e tempi più lunghi per poter compiere le opere. Serve l'immediato aggiornamento dei prezzari e una determinazione degli importi a base di gara in linea con le reali cifre di mercato, nonché l'adeguamento dei prezzi dei contratti in corso. Servono ammortizzatori sociali che sostengano le aziende e i lavoratori: azioni significative volte a sostenere le esigenze di liquidità che non siano meramente simboliche. L'intero comparto dell'edilizia è stretto in una morsa che lo lascia lentamente senza ossigeno. Questa emergenza blocca i cantieri, ritarda gli appalti, mette a rischio la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Non possiamo permetterlo.

In questo momento garantire la continuità operativa delle imprese, motore trainante della ripresa del nostro territorio e del Paese, deve essere la priorità.

Continuiamo, uniti, a chiedere soluzioni tangibili e immediate. Prima che sia davvero troppo tardi.

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