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PARI OPPORTUNITÀ

Pnrr e misure premiali per l'equità di genere: a che punto siamo

Contrastare la disparità occupazionale e salariale tra uomo e donna e promuovere la partecipazione femminile al mondo del lavoro: con queste finalità, a fine 2021, arriva la modifica del Codice delle pari opportunità, con un impatto diretto sui progetti del Pnrr.

Novità più consistente è la 'Certificazione di parità di genere': a partire dal 2022 le aziende più virtuose che saranno in possesso di questo "bollino blu" potranno ottenere un esonero contributivo dai versamenti previdenziali pari all'1%, con il limite massimo di 50mila euro annui, per una dotazione complessiva di 50 milioni di euro. Non solo. è previsto anche un "trattamento di favore" nelle graduatorie degli appalti pubblici, con un punteggio premiale da applicare alla valutazione dei progetti. Sono attesi a breve i decreti attuativi con i quali i ministeri dovranno stabilire i parametri minimi e i criteri per il conseguimento della Certificazione.

L'imposizione delle clausole per favorire la parità di genere riguarda tutti i contratti interessati dai fondi del Pnrr, dai servizi alle forniture, ma quando si viene all'edilizia si incontra qualche scoglio: applicare un bilanciamento nell'attività produttiva "di cantiere" risulta, inevitabilmente, problematico. Il legislatore ha in effetti previsto, nelle linee guida, alcune "specifiche declinazioni attuative" che tengano conto delle caratteristiche del progetto e delle peculiarità dei vari settori del mercato del lavoro: le stazioni appaltanti possono escludere dai bandi di gara l'obbligo di riservare il 30 % delle assunzioni all'occupazione giovanile e femminile, o stabilirne una quota inferiore, dandone adeguata motivazione.

Questo però non significa che non si debba promuovere l'occupazione femminile in altri spazi dell'azienda. Sulla base delle rilevazioni Istat, nel settore delle costruzioni si riscontra un tasso di disparità dell'80,6% tra occupazione femminile e maschile pari, rispettivamente, a 9,7 % e 90,3%. Il divario è importante anche nelle professioni tecniche in campo scientifico ingegneristico e della produzione (70,2%), tra imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende (67,6%) e tra imprenditori e responsabili di piccole aziende (36,3%). Infatti, anche sotto il profilo tecnico, le aziende faticano a trovare o assumere donne, che alle imprese edili preferiscono altri ambiti professionali. Un vuoto su cui riflettere e intervenire.

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