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CARO MATERIALI

Prezzario regionale 2022, aumenti importanti ma serve strumento più dinamico

La Regione Lombardia ha approvato a fine anno l'edizione 2022 del Prezzario regionale, elaborato in collaborazione con il Comune di Milano e di concerto con il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna. Il listino prezzi aggiornato costituisce il riferimento per la quantificazione preventiva, le attività di progettazione e di realizzazione delle opere pubbliche in Lombardia a partire dal 1° gennaio 2022, avrà validità sino al 31 dicembre 2022 e in via transitoria potrà essere utilizzato per i progetti approvati entro il 30 giugno 2023.
"Abbiamo accolto con favore l'aggiornamento del Prezzario, che ormai era datato e non rispecchiava più le condizioni di mercato. Lo reputiamo uno strumento sicuramente valido e necessario, che serve per valutare tutti i lavori pubblici che si svolgono in Regione", dichiara il presidente di Assimpredil Ance, Paolo Vittorio Riva, soddisfatto per l'aumento di molte voci.
Lo scostamento di prezzo maggiore, rispetto al 2021, interessa i prodotti in acciaio, che crescono di oltre il 70%, le travi in abete (+48,5%) e i tubi in Pvc (+21,85%). Aumenti di prezzi importanti, fino al 97%, riguardano anche gli oneri di conferimento.
Gli scostamenti delle voci del listino, tuttavia, non rispecchiano la realtà del mercato delle forniture, che oltre al rincaro delle materie prime, risente anche dell'aumento dei prezzi di energia e gas e dalla difficoltà di reperire alcuni prodotti, la cui domanda è cresciuta tantissimo con l'introduzione del Superbonus 110%. Il risultato è una lievitazione dei costi per le imprese, con aumenti a doppia cifra, difficili da prevedere al momento della progettazione, sei mesi o anche un anno prima dell'apertura dei cantieri.
Con commesse finanziariamente non realizzabili, il rischio è che crescano i contenziosi e gli abbandoni e che le aste vadano deserte, come già sta iniziando a capitare. Una situazione che danneggia tante le imprese, quanto il committente pubblico, a maggior ragione se si tiene conto dei tempi stretti richiesti dal Pnrr, i cui lavori devono concludersi entro il 2026.
"Il difetto del Prezzario - spiega Riva - sono la rigidità e la durata. Purtroppo non siamo più negli anni 2000-2010, quando con un'inflazione abbastanza contenuta, gli aumenti erano limitati e, in attesa dell'aggiornamento, potevano essere assorbiti dalle imprese. Il mercato oggi ha una dinamica esponenziale e noi chiediamo che il listino la rifletta, senza restare ingessato per 12 mesi. Altrimenti se in un anno il mondo cambia tre volte e il mercato ne subisce degli aggiornamenti pazzeschi, noi veniamo penalizzati".
Il vicepresidente di Assimpredil chiede l'introduzione di uno strumento più flessibile e dinamico. La proposta è di creare un paniere di 15-20 prezzi di forniture significative, da analizzare in maniera costante, in modo che nel momento in cui subiscono aumenti (o diminuzioni) superiori all'8%, si possa immediatamente agire sul listino.
Guardare all'andamento del mercato dei prodotti derivati, anziché al costo della materia prima, ha poi il vantaggio di rispecchiare realmente gli aumenti subiti dalle forniture. Ad esempio, è limitante prendere in considerare solo gli aumenti del prezzo del bitume per valutare l'andamento del conglomerato bituminoso, che ne è costituito solo in piccola parte, ma risente allo stesso tempo anche del caro energia necessaria per la produzione e per il trasporto.
"Il nostro impegno nell'interlocuzione con la Regione è quello di sollecitare e far comprendere che uno strumento dinamico serve, perché con l'aggiornamento del Prezzario abbiamo risolto il problema dei rincari solo formalmente", conclude Riva.

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